Zingaretti allarmato per la bomba migranti. E accusa il governo di non saper gestire nulla

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Il “governo nella sua interezza agisca con una politica adeguata” sulla complessa questione dei migranti. Una frustata da parte di Nicola Zingaretti alla compagine di Palazzo Chigi. Con un linguaggio morbido ma il cui senso si capisce benissimo. Il segretario del Pd sa molto bene che l’immobilismo del governo sulla questione degli sbarchi porta consenso alle opposizioni, ed è preoccupatissimo. Troppo tardi però, perché proprio il Pd invoca da mesi una revisione dei decreti sicurezza. E non è possibile fare due parti in commedia. E dire, come fa Zingaretti, che “sicurezza e solidarietà devono andare di pari passo”. Uno slogan vuoto, un insulto all’intelligenza in tempi di emergenza sanitaria. Emergenza che esiste solo, per quelli del Pd, quando bisogna votare i pieni poteri al governo ma che evapora quando a sbarcare sono centinaia di clandestini in un solo giorno.

Del resto Zingaretti deve fronteggiare anche le critiche che arrivano dall’interno. Pochi giorni fa l’ex responsabile del Viminale Marco Minniti ha detto chiaro e tondo che i migranti portano il Covid e che sul tema la sinistra deve sfidare i nazional-populisti. Il che significa che non può lasciare in mano loro un tema così caldo da cavalcare. Ma c’è anche chi spinge invece sulla linea di quella che Giorgia Meloni ha definito “furia immigrazionista”. Lo fa Matteo Orfini chiedendo a gran voce di accogliere tutti quelli che fuggono dalla Libia: «Si continua a far finta che la situazione in Libia sia accettabile ma quei campi illegali di detenzione sono dei veri e propri lager. Non salvare quelle persone in mare significa rispedirle consapevolmente in luoghi di tortura».