Il caso ha voluto che il Cardinale Leopoldo de’ Medici fosse forse l’uomo più brutto di Firenze

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Ma amasse smodatamente la grande bellezza

Leopoldo era un uomo curioso, di buon gusto, amante degli studi scientifici e delle opere d’arte, cultore della musica, della letteratura e del teatro. Improntò la sua esistenza nella ricerca di cose belle e preziose, diventando uno dei massimi mecenati più importanti del XVII secolo.

Grazie ai suoi contatti, tra cui abilissimi agenti, mercanti e segretari italiani e stranieri, Leopoldo riuscì ad entrare in possesso di libri e di opere pittoriche rare e originali. Fu molto generoso con poeti e letterati al punto da pubblicare molte loro opere, compose e diresse egli stesso la rappresentazione di commedie a Palazzo Pitti.

In più ebbe un grande intuito e una visione per il futuro molto innovativa: volle mettere insieme una collezione di autoritratti di artisti: “ [ ] fra gli altri generi di curiosità che io vo mettendo insieme per i miei Gabbinetti, ve ne sono di Ritratti di Pittori fatti di loro mano, e ne ho un numero considerabile”, scriveva Leopoldo di suo pugno.
Ed è così che è nato il primo nucleo della raccolta degli autoritratti delle Gallerie degli Uffizi che ancora oggi è unica al mondo per genere e ampiezza.

Nel corso dell’anno è previsto un riordino di questa straordinaria collezione, iniziata nel Seicento. Per annunciare l’inizio dei lavori, al primo piano della Galleria è allestita una sala che ruota intorno alla statua del Cardinale: la sua immagine scolpita nel 1667 dall’artista di corte Giovanni Battista Foggini domina l’ambiente, circondata da una selezione di autoritratti che in parte egli stesso aveva comperato.