La Confindustria diffonde ottimismo

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Il suo giornale, il Sole24ore, parla di crescita, di PIL oltre il 4%, di industria solida e ritorno dell’occupazione

Un effetto rimbalzo sicuramente ci sarà ma nessuno deve dimenticare il punto drammatico da cui partiamo e la realtà sociale devastata dalla crisi. La fondazione Di Vittorio parla di oltre 5 milioni di lavoratori precari e di oltre 2 milioni e mezzo di disoccupati a cui si aggiungeranno altre centinaia di migliaia di senza lavoro -forse più- dopo lo sblocco dei licenziamenti. Ci sono poi le partite Iva con bassi redditi in grande sofferenza e c’è un milione di poveri in più. Inoltre, se vogliamo che la ripresa sia segnata dalla giustizia sociale dovremmo affrontare subito tre questioni.

La prima è sicuramente di ridurre l’area del precariato eliminando gran parte dei 40 contratti precari.

La seconda è di affermare, con un nuovo Statuto dei lavori, tutele e diritti a tutto il mondo del lavoro compreso le partite Iva e le altre forme di attività che sfuggono a regole e contratti.

La terza, a mio parere, è di riconoscere un salario minimo collegato con i contratti di lavoro più avanzati e tale da tutelare i lavoratori quando questi non esistono.
In ogni caso, non è sbagliato pensare che l’autunno che ci aspetta presenterà una questione sociale ancor più grave e esplosiva di quanto non sia oggi.
Questo è ciò che deve stare in cima ai pensieri e all’impegno del PD e della sinistra, anche a costo di scontrarsi, come è naturale, con chi rappresenta interessi diversi.

Enrico Rossi