Costruire una società realmente inclusiva

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Che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica; che non prescriva ruoli e non giudichi scelte

Che cambi radicalmente le lenti con cui guardare alle questioni afferenti all’identità di genere e alle relazioni. Questo è l’impegno che vogliamo ribadire oggi, in occasione della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Un impegno doveroso che dobbiamo portare avanti, senza ambiguità né compromessi, per tutte quelle persone che ogni giorno combattono contro le aggressioni, l’ignoranza, i pregiudizi. Dobbiamo infatti prendere atto che nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni in Italia, in Europa e in molti altri Paesi, persistono nei confronti delle persone LGBTI pregiudizi diffusi, discriminazioni e fenomeni di odio intollerabili. L’Italia è sotto la media Ocse per accettazione dell’omosessualità.

E il 62 per cento delle persone LGBTI dice di non dichiarare apertamente mai o quasi mai il proprio orientamento sessuale.
Il percorso verso il pieno ed effettivo riconoscimento dei diritti resta dunque ancora lungo e tortuoso e addirittura corre il rischio di pericolosi passi indietro. La giornata di oggi deve quindi costituire l’occasione per rinnovare l’impegno di tutti per assicurare alle persone LGBTI gli stessi diritti, le stesse libertà, lo stesso livello di protezione di cui godono tutti gli altri cittadini. Ciascuno deve fare la propria parte, a cominciare dalle Istituzioni, alle quali spetta accompagnare – e alimentare – i percorsi culturali per eliminare pregiudizi, discriminazione, odio e violenza.

È ora all’esame del Senato la proposta di legge per il contrasto dell’omofobia, della transfobia nonché delle altre discriminazioni riferite all’identità sessuale, approvata in prima lettura alla Camera a novembre. Un provvedimento che interviene su questioni di grande rilevanza e delicatezza. E intorno al quale c’è un grande dibattito pubblico. L’auspicio è quello di arrivare presto a un risultato condiviso, tutelando chi è vittima di discriminazione.

È su questi temi, strettamente legati ai diritti civili dell’individuo, che si misurano la democrazia di un Paese, la sua civiltà e la capacità delle sue Istituzioni di garantire la piena parità e dignità delle persone. Ogni episodio di discriminazione, violenza, la stessa insopportabile indifferenza sono ferite per la comunità nel suo insieme, che affonda così in un impoverimento umano che costituisce una sconfitta per tutti. Reagire significa condannare aggressioni e intolleranza, smantellare pregiudizi, ma anche farsi parte attiva di un salto culturale per rendere la nostra società più coesa, inclusiva, solidale.