Detenuti e reinserimento: ok allo schema di protocollo

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Adozione - infanzia - bambini - genitori - famiglia Foto Romano Magrone. Archivio Ufficio Stampa Provincia Autonoma di Trento

Un’azione coordinata fra Ministero della Giustizia, Provincia autonoma di Trento e Regione Trentino Alto Adige/Südtirol al fine di promuovere una rete a sostegno dei soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà personale o alternative alla detenzione, per favorirne il reinserimento sociale e lavorativo.
Punta a questo il protocollo approvato oggi dalla Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia, Stefania Segnana. “Lo schema di accordo e le linee di indirizzo sono stati predisposti in collaborazione con la Garante provinciale dei diritti dei detenuti, Antonia Menghini che ringrazio per la sua dedizione, e dopo un attento e impegnativo confronto con il Ministero della Giustizia – è il commento dell’assessore Segnana -. In particolare preme sottolineare l’attenzione prestata ad alcune questioni delicate, come la necessità di favorire il mantenimento dei legami familiari laddove uno dei genitori viva la detenzione, il bisogno di assicurare ai detenuti la formazione professionale e l’orientamento al lavoro nel momento nevralgico del loro reingresso in società”.

Il Protocollo prevede la costituzione di una Commissione tecnica con rappresentanti di Provincia, Regione, Ministero della Giustizia, Servizi Sociali Territoriali, Terzo settore e Organizzazioni del Volontariato. A sua volta la Commissione è organizzata in Gruppi tecnici che si occuperanno di macrotemi quali: reinserimento sociale, legami familiari e cultura; lavoro; salute; minori sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria minorile; giustizia riparativa e mediazione penale.
In base alle linee di indirizzo, le parti si impegnano a promuovere e attuare interventi per:

promuovere la salute e il benessere dei detenuti e l’umanizzazione della pena, al fine di assicurare piena dignità ai soggetti ristretti;
assicurare il trattamento rieducativo e il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti ospiti della Casa circondariale di Spini di Gardolo;
assicurare il trattamento rieducativo e il reinserimento sociale e lavorativo dei soggetti, adulti e minori, sottoposti a misure alternative alla detenzione;
assicurare e implementare l’assistenza sanitaria in carcere, nella Rems e nelle strutture territoriali deputate ad accogliere i soggetti in esecuzione penale esterna;
sviluppare, previo consenso delle vittime, percorsi di giustizia riparativa con particolare riferimento alla ricomposizione del conflitto originato dalla commissione del reato.

Naturalmente le Linee di indirizzo allegate al Protocollo definiscono una prima progettazione delle iniziative relative a queste aree tematiche; questi indirizzi potranno essere ridefiniti dalla Commissione tecnica in funzione di nuove esigenze.