Dov’è Curcio?

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Non è un’inchiesta di “Chi l’ha visto” (la frase, con un punto interrogativo alla fine, a prescindere dalla famosa trasmissione, rimane comunque uno splendido ed appropriato riferimento), è una normale domanda che si dovrebbe porre chiunque. Soprattutto quelli che ne salutarono la nomina, con cori di soddisfazione, con grida di giubilo. I soliti Salvini e Meloni insieme agli autori di articoloni-oni-oni osannanti il Dragone fattosi uomo. Nei quali articoli fra “cambi di passo”, “aria nuove”, “finalmente” a tonnellate e “competenza”, un oceano di oleosa saliva friggeva l’aria con il risultato di renderla croccantissima.
Come se Curcio, al contrario degli odiosi incompetenti che lo hanno preceduto e che, ma guarda un po’, hanno ottenuto risultati migliori, avesse i super poteri. Quelli necessari per rendere inoffensivo il virus, affettarlo e cucinarlo con i “troccoli” in un’innovativa ricetta ideata da un chef stellato. In che condizioni si è ridotta l’Italietta nostra. Mmah…
E, mentre Salvini e Meloni, come sempre, dimenticano quello che hanno detto il giorno prima, gli autori degli articoloni-oni-oni, trovano scuse oppure fanno in modo che la gente pensi che la colpa sia sempre di quelli lì, gli incapaci, nonostante non c’entrino più una mazza.
Ieri il marito ultraottantenne di mia cugina si è vaccinato. Lo ha fatto in una caserma (evviva l’esercito). È entrato nel primo pomeriggio e ne è uscito (vaccinato) nella tarda serata. Una gradevole passeggiata (eufemismo). Per gli ultraottantenni che rimangono da vaccinare (praticamente tutti) il disagevole sarà la condizione migliore, la tortura quella massima.
Esempio illuminante di cosa voglia dire “fiato alle trombe” o “potenza di fuoco” per (l’ormai ridicolo) Figliuolo, il quale, al contrario del suo predecessore, parla sempre ed ovunque, declama più di Dante, ripete frasi fatte ed ovvietà clamorose, insieme a collezionare (congiuntamente alle mostrine) figure di cacca. Fra i pochi soddisfatti del suo incarico c’è Vauro, che avrà ispirazione per le sue vignette per i prossimi 32 anni e mezzo.
I soliti autori degli articoloni-oni-oni danno la colpa alle Regioni, come se le stesse, quando c’erano gli incapaci, fossero organizzatissime, efficientissime, disponibilissime, collaborative, bellissime con il nasino all’insù ed occhi verdi.
Un pensierino dedicato a M. Franco Vasino de Nuit, dopo l’articolo che ha sminuito le manifestazioni contro il governo Draghi e che riteneva invece “segno di un disagio insostenibile” ed anticamera di sommovimenti, rivoluzioni, sollevazioni popolari, terremoti, inondazioni, herpes generalizzati quelle che ci furono ai tempi di Conte.
La domanda è: caro M. Franco Vasino de Nuit, ma tu a tavola che ci metti, tovaglioli o carta igienica? In attesa di una querela, saluto.
Per oggi #daltempioètutto
Giancarlo Selmi