FORMAZIONE IN CARCERE. DONAZZAN, “LE POLITICHE ATTIVE PER IL LAVORO IN VENETO STRUMENTO DI REALE INCLUSIONE SOCIALE”

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“Le politiche attive per il lavoro in Veneto sono una realtà che porta ottimi frutti in tutti i campi, soprattutto quelli nei quali serve maggiore impegno e un’attenzione speciale alle persone coinvolte. Il fatto che tra i 20 candidati al premio nazionale “Angelo Ferro per l’innovazione dell’economia sociale” vi sia stato un progetto svoltosi all’interno del Carcere di Belluno gestito dalla cooperativa Sviluppo & Lavoro ne è una dimostrazione concreta”.

Così l’Assessore al lavoro, istruzione e formazione Elena Donazzan segnala ed evidenzia il riconoscimento tra i selezionati del premio nazionale “Angelo Ferro” del progetto di formazione e tirocinio svolti all’interno della Casa Circondariale di Belluno- Si tratta di una iniziativa realizzata grazie alle Azioni Integrate territoriali per favorire l’inclusione sociale (AICT, promosse dalla Regione del Veneto nell’ambito del Piano Sviluppo e Coesione (Legge 58/2019) e della prosecuzione del POR FSE 2014-2020 al fine di aumentare l’occupabilità delle persone svantaggiate, disoccupati e non, in condizione di fragilità a rischio di esclusione sociale.

“Questo risultato è frutto di un’esperienza consolidata, attuata grazie alle politiche attive regionali proposte – prosegue Donazzan -, in maniera particolare dall’AICT che ha fatto sì che nelle ultime edizioni potessero essere assunti circa il 60-70% dei detenuti partecipanti. La misura dell’AICT ha permesso di creare terreno fertile per una fattiva collaborazione all’interno dell’istituto penitenziario, che ha reso possibile creare una fabbrica dentro lo stesso carcere”.

Nel corso della premiazione, pur non rientrando tra la cinquina premiata, il progetto della Cooperativa Sviluppo&Lavoro è stato citato dal prof. Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS, nel discorso della premiazione che, ricordando Angelo Ferro, ha fatto il parallelo tra la sua creazione di una lavanderia industriale a Longarone con l’attività di carattere innovativo svolta dalla cooperativa presso il carcere di Belluno e sottolineando la produzione di 7.000.000 di pezzi solo nel 2020, produzione che è rientrata in Veneto dall’estero, precisamente dalla Romania.

“Anche questo è un elemento di assoluto rilievo: una produzione che rientra dall’estero grazie ad un innovativo progetto di inclusione – precisa ancora l’Assessore regionale al lavoro –. Al di là dei numeri come riconosciuto da tutti i soggetti coinvolti, i percorsi di politica attiva introdotti nella Casa Circondariale hanno creato, anno dopo anno, un ambiente fertile sia tra i detenuti sia tra il personale della polizia penitenziaria, aprendo nuove prospettive e nuove visioni che oggi hanno consentito di creare una vera e propria fabbrica in carcere”.

“La formazione e le politiche attive non sempre hanno riscontri immediati – conclude Donazzan -, ma sono uno strumento importante e deciso per reali cambiamenti se perseguito con perseveranza, passione e professionalità come in questo caso”.