Il centrodestra insiste per Draghi come successore di Mattarella

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A meno di un anno dalla scadenza del mandato di Sergio Mattarella le voci su Mario Draghi prossimo presidente della Repubblica

Continuano a farsi sempre più insistenti, ma l’attuale inquilino di Palazzo Chigi preferisce non sbilanciarsi e concentrarsi sul piano per uscire dall’emergenza sanitaria. Tuttavia secondo alcuni sarebbero proprio la studiata road map comprendente il Recovery Plan e la campagna vaccinale che potrebbe permettere al Draghi di ambire alla poltrona del Quirinale, cavalcando il consenso mediatico e istituzionale conseguente all’uscita dell’Italia dalla crisi pandemica. Una situazione per la quale starebbero spingendo soprattutto i partiti della coalizione di centrodestra.

Draghi presidente della Repubblica, le insistenze della destra

Secondo diversi commentatori politici infatti, la presenza di una figura di comprovata fiducia internazionale come Draghi potrebbe essere la garanzia ideale per un futuro governo di centrodestra, nato dalla vittoria di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia alle prossime elezioni politiche. Elezioni che in caso di elezione dell’ex presidente della BCE come capo dello Stato potrebbero essere anticipate dal 2023 al 2022 e che vedrebbero molto probabilmente una vittoria della coalizione a guida Salvini-Meloni.

Draghi presidente della Repubblica, Bruxelles lo vuole al governo fino al 2023

Uno scenario con Draghi al Quirinale già l’anno prossimo tuttavia verrebbe malvisto non soltanto dal centrosinistra, ma anche dalle stesse autorità europee, che sperano invece in una permanenza di Dragi a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura corrente. Ciò premetterebbe infatti di porre una garanzia non da poco sulla riuscita del Recovery Plan, sull’immagine del nostro Paese in ambito internazionale ma soprattutto sulla tenuta dell’Unione stessa.

Come preconizzato qualche giorno fa infatti dal Financial Times, Mario Draghi potrebbe essere il degno successore di Angela Merkel come figura federativa delle istanze europee, spuntandola dunque sugli altri due diretti contendenti: cioè il francese Emmanuel Macron e lo spagnolo Pedro Sanchez. Nel caso di una fine anticipata del mandato di Draghi come premier dunque, verrebbe meno l’immagine dell’uomo delle istituzioni di Bruxelles che solleva l’Italia (e di riflesso anche l’Europa tutta) dall’emergenza sanitaria.