Massimo Giletti

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L’ho incontrato da Myrta Merlino al­l’“Aria che tira”. Mi ha voluto pochi gior­ni dopo ospite a “Non è l’Arena” ovvia­mente per parlare di banche e dei decreti che il presidente Conte ha varato dopo la pandemia. Non solo mi ha consentito di esprime­re le mie opinioni ma spesso mi ha elo­giato in diretta con frasi affettuose. Per cinque domeniche consecutive ho spie­gato perché i decreti,  scritti male, siano di difficile interpretazione. Non esiste l’automatismo nella concessione del cre­dito ma occorre sempre una valutazione da parte delle banche per non incorrere in sanzioni. A questo ostacolo si è provve­duto successivamente, e solo in parte, con una modifica introducendo l’autocertifi­cazione. Più volte mi sono scontrato con l’ono­revole Daniela Santanchè, brillante parlamentare di origini cuneesi, anche lei ospi­te del programma, che delle banche ha una pessima opinione. L’onorevole Carlo Calenda invece al termine di un mio ragionamento si espresse definendolo inappuntabile e condividendo in pieno le mie
argomentazioni. Massimo Giletti è oggi uno dei giornali­sti televisivi più apprezzati. Con una serie di documenti ha ricostruito per primo le vicende che hanno coinvolto il ministro della Giustizia Bonafede ed il magistrato Di Matteo cui era stato proposto un in­
carico di rilievo mai assegnatogli. Dopo le sue inchieste, tutti i media nazionali hanno raccontato il fattaccio ma la verità, come spesso accade da noi, non è ancora venuta a galla.