Progressiva. Le nostre proposte per una riforma fiscale

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Presentiamo la proposta di riforma generale e progressiva del fisco che Articolo Uno offre al confronto al campo progressista

Occorre una riforma complessiva e organica del sistema fiscale italiano, non interventi a spezzatino, episodici, privi di coerenza d’insieme e razionalità.

Occorre un primo intervento a livello costituzionale. Si tratta di completare l’articolo 53, che già contiene il principio di «equità verticale» (la progressività), con quello di «equità orizzontale». Il prelievo deve cioè essere generale e uniforme e garantire reale parità di trattamento tra contribuenti.

Occorre aggredire l’evasione fiscale di massa attraverso una terapia d’urto che porti almeno a dimezzarla nell’arco di pochi anni. Gli strumenti per farlo? L’estensione e la generalizzazione dell’obbligo di tracciamento dei pagamenti; l’introduzione di un sistema di ritenute alla fonte per tutti i contribuenti e non solo per i lavoratori dipendenti; l’introduzione di un’aliquota unica per le transazioni intermedie ai fini dell’iva; l’utilizzo sistematico dei dati dell’anagrafe e dei conti finanziari.

Occorre ripensare alle imposte sui redditi e sui patrimoni. Le ipotesi sono due: o si affianca all’Irpef – da intendersi come imposta sui soli redditi da lavoro, dipendente e autonomo, e pensione – una imposta personale e progressiva sul patrimonio posseduto (mobiliare e immobiliare) con una franchigia di 250.000 euro e un’aliquota massima intorno all’1%, sopprimendo tutti i prelievi patrimoniali oggi esistenti; oppure si mantengono le imposte patrimoniali in essere (l’Imu e l’imposta di bollo sulla ricchezza finanziaria, con un’aliquota dello 0,25-0,26%) e si introduce nell’Irpef il reddito figurativo del patrimonio (mobiliare e immobiliare), prevedendo un credito di imposta pari alle imposte patrimoniali pagate. In entrambi i casi si deve procedere a una riforma del catasto che consenta omogeneità e verosimiglianza nel calcolo dei valori immobiliari.

Occorre ricondurre l’Irpef a un principio di rigorosa e trasparente progressività, attraverso l’utilizzo del cosiddetto modello tedesco, che permette di conoscere per ogni livello di reddito l’aliquota media da applicare. La progressività garantita da questo sistema è articolata in modo da alleggerire il peso sui ceti medi e medio-bassi.

Occorre infine garantire il finanziamento del welfare spostandone il peso dai redditi da lavoro (come avviene oggi) a tutti i tipi di reddito.

Arturo Scotto