Terrorismo, Fico: “Condannati scontino pena, non è vendetta”

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Il presidente della Camera a Palazzo Madama per il Giorno della memoria delle vittime del terrorismo: “Piena riconciliazione con piena giustizia”

“Essere una comunità significa ribadire –alla presenza di voi familiari delle vittime– l’impegno solenne ed incondizionato a perseguire piena giustizia e verità sulle vicende negli anni di piombo, ponendo rimedio alle gravi inadempienze di alcuni settori dell’apparato statale. Ciò vuol dire anzitutto assicurare che chiunque sia stato condannato con sentenza passata in giudicato per gravi crimini – commessi sotto le diverse sigle del terrorismo brigatista e dell’eversione neofascista – sconti la pena in coerenza con le regole e i principi del nostro ordinamento”. Lo ha affermato il presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione della celebrazione a Palazzo Madama del Giorno della memoria delle vittime del terrorismo.

“Non si tratta – voglio sottolinearlo anche alla luce dei fatti delle ultime settimane – di ottenere una presunta vendetta, pubblica o privata. Ma di applicare – ha proseguito la terza carica dello Stato – a chi si è sottratto alla esecuzione della condanna, fuggendo in altri Paesi, le sentenze emesse in esito a regolari processi, nel rispetto delle garanzie e dei principi della nostra Costituzione. Non può esserci piena riconciliazione senza piena giustizia. Anche questo è il senso della giornata di oggi”.

“Ristabilire piena verità e giustizia è un passaggio ineludibile anche per trasmettere la memoria degli anni di piombo alle giovani generazioni” ha affermato ancora Fico. “I ragazzi e le ragazze hanno infatti il diritto ed il dovere di comprendere sino in fondo il senso e le responsabilità di quanto accaduto. E di essere messi così in guardia contro i pericoli di tutti radicalismi. Questo esercizio di memoria è tanto più importante nella difficile fase che stiamo vivendo a causa della pandemia, nella quale gli effetti della crisi economica rischiano di alimentare rabbia, odio e delusione. Mettendo a rischio la coesione sociale e suscitando tentazioni di ricorso alla violenza. Senza dimenticare la minaccia sempre incombente del terrorismo internazionale, in particolare di matrice islamista”.